NEWSLETTER " EPPYNET.COM - Sesso ed Eros " del 12/07/2006

Eros e depressione

 

Capita a qualsiasi coppia di provare stanchezza, poco desiderio verso il partner. Questa è una realtà ineludibile, eppure oggi assistiamo a dei cambiamenti culturali così importanti che hanno portato alla depressione dell'eros all'interno della coppia. E tale depressione è associata spesso a impotenza maschile e frigidità femminile. Il che va contro ogni regola biologica.
Ma da dove nasce questa depressione dell'eros? Quali sono le possibili cause? E i rimedi?
Cercherò di trattare questi argomenti cercando di mostrare come cambiamenti culturali abbiano influito sulla psiche e come la psiche abbia influito sul corpo, collegando quindi dimensioni apparentemente separate.

Eros e depressione: la società

In una società “normale” tra l'andare al cinema o in discoteca e lo stare a casa a fare l'amore la scelta non esiste, ovvero bisognerebbe optare per la seconda, sempre che si ami e ci sia armonia con il proprio partner.
Molto spesso invece si sceglie il cinema. Contro ogni logica, perché il sesso è gratuito (o quasi), fa consumare energie e, soprattutto, soddisfa, da piacere a noi e al partner. Soddisfa il corpo e anche la mente.
Cinema e altre attività o hobby soddisfano la mente o solo il corpo (es. tennis, pallavolo, ecc.), mai entrambe.
Solo un'attività chiamata sesso può soddisfare il corpo e la mente, entità che non sono separate. La nostra cultura ha ridotto il corpo a qualcosa di inferiore, ma senza il corpo non è possibile che esista la mente! Corpo e mente sono tutt'uno e bisognerebbe ritornare a questa unione, anziché accettare la divisione cartesiana (Damasio, 1996).
Nella nostra cultura la mente è superiore e il corpo è inferiore, ma questo contraddice il noto motto di Galeno: “Men sana in corpore sano”. Abbiano elevato la mente e, paradossalmente, il XX secolo sarà ricordato come il secolo delle malattie psichiche. Nel 1992 in America sono stati consumati 130 milioni di psicofarmaci. Oggi, probabilmente, questo dato deve essere raddoppiato.
Trascurando il corpo, trascuriamo anche la mente. Il cibo della mente non è inferiore al cibo del corpo. E chi è che dà più piacere, il corpo o la mente? Come dice Lowen, psicoanalista americano, “il corpo non mente” (1965). Il corpo non mente significa solo una cosa: il piacere passa anche attraverso il corpo. E tra gli infiniti piaceri della vita c'è anche il piacere sessuale.
Occhi deboli non possono godere a pieno della natura; membra stanche non possono godere dell'acqua fresca di un fiume o del piacevole contatto con la sabbia. Una bocca abituata a surgelati e a panini mangiati velocemente durante la pausa pranzo non può godere a pieno di una trota fresca, appena pescata da un fiume ghiacciato.
Deprezzando il corpo, non diamo alla mente tutte le energie di cui avrebbe bisogno. Disprezzando il corpo, non diamo alla mente le energie per sfruttare pienamente il suo potenziale.
Il corpo e la mente hanno lo stesso valore ed è solo trovando il giusto equilibrio che si può trovare quella serenità e quella maturità necessaria per vivere pienamente la propria vita. Vita sociale, amicale e perché no, anche sessuale.
Il cinema o un buon libro fanno bene alla mente, sono parti integranti della nostra cultura. Ma anche la sessualità è parte integrante della nostra cultura e, come detto, a differenza di molti “svaghi”, una sessualità vissuta in modo maturo, fa bene sia alla mente che al corpo.

Eros e depressione: il corpo

L'uomo è un animale. Un mammifero evoluto. Forse il più evoluto dell'universo, sicuramente il più evoluto del sistema solare. L'uomo ha una coscienza, è un essere pensante e, in ultima analisi, sa che morirà. Nessun animale ha questa percezione. Eppure questa evoluzione ha portato quasi ad una negazione della propria natura animale. Ci siamo dimenticati di avere le stesse cellule di un cane e di avere un DNA molto simile (oltre il 99%) a quello di una scimmia. E questa dimenticanza ha portato a trascurare il corpo, quella struttura animale che ci fa muovere, spostare, toccare gli altri e… pensare. Sì. Perché al di là di ogni riflessione filosofica o neurologica, la nostra mente poggia su una struttura fisica chiamata cervello.
La fisicità è ciò che abbiamo abbandonato a favore dell'immagine. Non conta amare una donna, conta che sia bella, perché si deve presentarla ai genitori, agli amici, alla società intera. Ma questo cosa significa? In natura i criteri di selezione sono totalmente diversi. In natura la sessualità ha un solo fine: la riproduzione. Forse il alcune specie di mammiferi (come i leoni) essa ha anche altri fini, quali ad esempio il piacere, ma i criteri oggettivi di selezione sono differenti da quelli umani.
Gli uomini cercano di scegliere un compagno per soddisfare i bisogni di immagine propri e sociali. La natura dell'oggetto di scelta, il suo carattere, la sua maturità, la sua disponibilità, ecc., vengono di solito messi in secondo piano. Eppure nessuna ricerca scientifica ha mai dimostrato che un uomo o una donna estremamente belli siano anche molto bravi a letto. Non c'è correlazione tra le due cose, eppure, per soddisfare i nostri bisogni di immagine, siamo disposti a credere, quasi come se fosse una credenza medioevale, ad una cosa del genere.
Eppure, assecondando completamente i bisogni d'immagine, ci dimentichiamo completamente dei bisogni fisiologici. Non solo l'alimentazione, ma anche quel che concerne la sfera sessuale.
Avere un compagno/a che soddisfa bisogni d'immagine ma non fisiologici è come avere uno yatch e non il mare. Lo si può contemplare per tutto il tempo che si vuole, ma poi la felicità lascerà spazio alla frustrazione. Volgarizzando il nostro corpo abbiamo anche volgarizzato la nostra sessualità. Il sesso, da evento gioioso, è diventato un momento pieno d'ansia. Ansia da prestazione nel maschio; ansia nella donna per paura di dover soddisfare alcune richieste del partner considerate scabrose. Ma a decidere cos'è peccato, deve essere la morale sociale o la morale della coppia? Ognuno vive in modo intimo e personale la sessualità e molto dipende dalla nostra storia, dalla nostra educazione.
Inquinare la sessualità con elementi negativi (ansia, paura, vergogna., ecc.) significa rinunciare ad un momento di estremo piacere.
Certo, si devono verificare determinate condizioni: il desiderio di fare l'amore con il partner, l'esistenza di un partner reale, ecc., ma una volta che il prodotto di tutti i fattori corrisponde al desiderio di voler fare l'amore con il proprio partner, perché rinunciare? Per il film realizzato da esperti di marketing o per un libro costruito a tavolino?
L'amore per il partner non può essere solo ideale. Quello si chiama affetto. L'amore per il partner deve essere anche fisico. Questo si chiama amore.
Bisogna superare la paura per il nostro corpo. Le sensazioni del corpo sono cibo per la mente. Il piacere del corpo è anche piacere della mente. Dimenticandoci questo, non facciamo altro che deprimere il corpo. E la depressione del corpo comporta anche una depressione della mente. Il contatto con l'altro è caldo, è piacevole; il suo respiro fa venire i brividi e questi brividi piacciono al corpo, non sono brividi di freddo. I baci implicano il contatto e il contatto, se amiamo un'altra persona, è sempre piacevole.
L'amore non può essere virtuale, via Internet. L'amore non può essere per corrispondenza, né solo platonico. L'amore deve essere fisico. La fisicità completa l'amore.
Cambiando completamente registro, cosa è più piacevole, pensare di mandare a quel paese il nostro capoufficio oppure mandarlo veramente a quel paese?
Il piacere del corpo passa attraverso l'attività. L'attività è l'antitesi della depressione. Nella depressione l'individuo vive il suo corpo come un elemento morto. L'attività contrasta la depressione. Nella depressione dell'eros il corpo viene vissuto come morto.
La fisicità completa l'uomo.
La mente senza un corpo è morta.


Eros e depressione: la coppia.

Nella coppia la depressione dell'Eros si manifesta con una sensazione di stanchezza. Quasi non ci si rende conto dell'evoluzione nelle dinamiche relazionali e, probabilmente, un giorno ci si ritrova a guardare la televisione per addormentarsi davanti ad un film. Questo è fisiologico. Ma fisiologico a 60 o 70 anni, non a 30.
La stanchezza nei confronti del partner può derivare anche da assuefazione. Il topo che mangia troppo cibo ad intervalli regolari ad un certo punto smette di reagire al cibo, non compie più le azioni richieste dal ricercatore. E allora cosa fare? Bisogna cambiare azioni o cibo o la frequenza nella somministrazione del rinforzo. Ma questo riguarda i topi e non gli esseri umani.
Ogni uomo reagisce agli stimoli in modo predefinito ma non standardizzato. Ognuno ha bisogno di un certo numero di stimoli; ognuno cerca diversi stimoli, in funzione dei propri bisogni. C'è chi ha una vita estremamente regolare e prevedibile e chi deve cambiare ogni giorno cose, azioni e persone. Sono gli estremi. Gli estremi che però fanno riflettere: nel primo caso la vita sessuale di coppia sarà abbastanza monotona e ripetitiva, nel secondo caso l'idea di vivere sempre o per un lungo periodo con la stessa persona verrà vissuta dal soggetto come un incubo.
Cosa fare dunque? La strategia contro l'assuefazione è il cambiamento: se si cambiano i parametri di rinforzo al topolino, la cavia torna a rispondere in modo adeguato alle stimolazioni.
All'interno della coppia il cambiamento per sconfiggere la depressione di Eros risiede nel gioco. Il gioco ha delle regole che devono essere rispettate dai partecipanti. Il gioco ci riporta ad una dimensione infantile esente, per la maggior parte di noi, da episodi spiacevoli. Nel gioco in generale ci può essere uno o più vincitori ma alla fine, se il gioco viene vissuto come se fossimo bambini, sono tutti vincitori. Chi da ragazzo ha perso con la sua squadra durante dei giochi eppure aveva lo stesso la sensazione di essere felice, felice di aver partecipato, ovvero di aver condiviso con altri quell'esperienza.
È solo nell'età adulta che il gioco viene vissuto come competizione. Ed è vivendo la sessualità come competizione che nella coppia si lascia entrare la depressione.
Lo stress lavorativo, le insoddisfazioni personali, si riflettono nella vita di coppia. L'impotenza maschile nella maggior parte dei casi risale a questo: lo stress porta un corpo (trascurato) in una stanza, mentre con la mente siamo proiettati verso il futuro, la giornata di domani, oppure verso il passato, la giornata appena trascorsa. Nella nostra mentre non c'è il partner e il suo corpo ma le frustrazioni di una giornata o di una vita. Se nella mente ci fosse l'immagine del corpo del partner e non la proiezione di frustrazioni o malumori personali, l'impotenza maschile di origine psicologica non esisterebbe. Proiettando oggetti morti, per usare un termine kleiniano, non ci può essere che depressione. Il piacere richiede attenzione, concentrazione per quel momento, per l'hic et nunc. L'ansia da prestazione (“faccio male in ufficio, almeno qui devo fare bene”) è un altro elemento che porta alla depressione dell'Eros nella coppia. Fare bene, quando si parla di sessualità, non ha senso. La sessualità non è un compito! Non si può fare bene o male. Può dare piacere o no. Le due categorie sono concettualmente diverse. Nella sessualità non stiamo svolgendo un compito che ci è stato affidato. Stiamo giocando perché ci piace. Nella sessualità di coppia non c'è uno che vince. O si vince o si perde entrambi. Nel lavoro puoi fare bene o male, puoi ricevere una promozione o un premio e la vittoria è individualistica, ma di squadra. Il tuo ufficio può vincere una gara, ma la soddisfazione è privata, individuale del singolo. Nella coppia, quando si vince, la vittoria appaga entrambi ed è questo connubio che da un piacere unico.
Nella donna il piacere è come nell'uomo. Percepito e vissuto diversamente, ma sempre di energia stiamo parlando. Nella donna i problemi sessuali sono meno manifesti, perché biologicamente non deve avere nessun tipo di erezione. Ma questo è un dettaglio trascurabile. Molte donne non traggono piacere dalla loro vita sessuale. E questo fenomeno è simile, per dimensioni, a quello dell'impotenza maschile. Il sesso viene visto psicologicamente con una maggior connotazione morale e peccaminosa. Nel gioco non c'è morale, ci sono solo delle regole. Una donna alle volte nega il proprio piacere, perché lo giudica scabroso e peccaminoso. Ma questa riflessione è individualistica. La valutazione morale dovrebbe essere di coppia e non del singolo. Parlo di valutazione e non di giudizio, perché il giudizio fa riferimento a motivi religiosi e sociali connotati moralmente sin dall'inizio da elementi negativi. Il giudizio non parte con dei preconcetti di natura negativa.
È la coppia che stabilisce le regole del gioco e a quale giochi giocare. Lasciando al singolo la decisione, il singolo, per motivi culturali, tenderà a rinnegare il desiderio e un desiderio negato, quando potrebbe essere realizzato, porta alla frustrazione.
La sessualità femminile è più complessa di quella maschile: la donna ricerca delicatezza ed energia nello stesso tempo, possibilmente nello stesso istante. Questo genera un ossimoro di difficile soluzione. Che la donna cerchi delicatezza lo si da quasi per scontato, ma come è possibile che richieda anche energia? Per energia io non intendo aggressività, ma semplicemente passione. Fatta questa pressa, pensiamo a come potremmo immaginare un uomo e una donna. Socialmente, anche per una analogia fisiologica, la donna è un contenitore e l'uomo è il contenuto. Ora, prendiamo un contenitore familiare come può essere una diga e un contenuto ad esso associato, come un fiume. Pensate che una diga sia più felice se ha arginato il Fiume Azzurro o il fiume Bitto?
Quello che deprime l'Eros in una donna è l'idea che più grande è l'energia più essa sia negativa, ritornando quindi all'energia intesa come aggressività. Questo è un falso preconcetto come l'idea che una persona bella sia anche un fantastico amante.
Elaborata questa idea nel modo giusto, allora anche la donna potrà trarre tutto il piacere dalla propria sessualità di coppia.
Non mi interessa entrare nel dettaglio delle “tecniche sessuali”. Di manualetti in questo senso ce ne sono tanti. Quello che mi interessa sottolineare è questo: nella donna la depressione di Eros deriva dal rinnegare i suoi desideri, poiché alle volte questi desideri vengono giudicati moralmente inaccettabili dalla società. Ma chi decide all'interno della coppia, la società o la coppia?
Chi sta giocando in quel momento, la società o la coppia?
Credo che solo vivendo la sessualità come un gioco, si possa allontanare la depressione all'interno della coppia.
Il gioco è serio perché ha delle regole.
Il gioco dà felicità, gioia e serenità.
Il gioco sostituisce il giudizio morale con la valutazione delle regole.
Il gioco lascia spazio al corpo e alla mente.
In una parola, il gioco allontana dalla coppia la depressione di Eros.

 

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