NEWSLETTER " EPPYNET.COM - Racconti Erotici " del 08/05/2006
LA STANZA Genova. Ho prenotato due stanze. La solita precauzione. Non mi chiama mai prima di un nostro incontro. Solo messaggi. Messaggi che misurano chilometri, orari aerei, taxi presi, traffico, in un crescendo di distanza che si accorcia. - prenotami un aereo per Genova, sì, Genova, sì, lo so che ho degli appuntamenti fissati da settimane ma non me ne frega niente, cancella tutto, racconta una balla, inventati qualcosa…..ah….grazie, Lucia, grazie, se non ci fossi tu – Sono irrequieta. Vorrei che quella porta si aprisse e che capitolassimo sul letto senza nemmeno dirci una parola, ma mi sento strana, sento che questa volta c'è di più. SMS : “Ho preso il taxi. Convegno finito. Arrivo.” Tra qualche minuto sarà qui. Ripenso a quanto mi piace quando entra da quelle porte. L'ultima volta ad arrivare ero io. SMS : “Sono nella circonvallazione, traffico sostenibile, 10 min e sono da te” Mi aprì la porta con l'asciugamano annodato in vita e la pelle bagnata. Pensai che qualche ordine ancestrale si fosse capovolto: il diavolo mi apriva la porta del paradiso. Guardo fuori dalla finestra, è buio oramai. L'inquietudine si fa spasmodica. Torno a guardarmi allo specchio e istintivamente comincio a spogliarmi - Domani quando ci vedremo, voglio che ci sediamo l'uno davanti all'altra, ti voglio nuda, voglio sussurrarti il mio desiderio, voglio sussurrartelo sino a quando ti vedrò luccicare, lì, tra le gambe ma non ti toccherò, non ti sfiorerò nemmeno. Resisterai? – Ecco, penso al potere dei sensi e una vampata mi infuoca il viso. Chiudo gli occhi e mi sento tremare. Prendo il cellulare, starà per arrivare, sarà già qui sotto SMS – Mi toglierò un senso per dare potere agli altri. Mi troverai seduta, con le spalle rivolte alla porta. La porta sarà appena accostata. Non dire una parola quando entri. Non dire nulla. Ora mi bendo e aspetto. Sento la porta chiudersi. Rumore di passi. Silenzio. Tremo, non posso impedirmelo. Un sussulto, due mani si assicurano che il nodo della benda sia ben stretto. Credo che morirò, ora così. Una goccia calda cade sul pavimento. Precipitiamo verso il centro del senso. di Etranger |