NEWSLETTER " COMBATTERE LO SPAM by EPPYNET.COM " del 08/05/2006

Lezioni sulla lettura degli header

E' venuto il momento di gingillarsi con un po' di tecnicismi. Cercheremo di vedere quanto occorre, partendo dal punto di vista più elementare possibile e senza richiedere come prerequisito particolari conoscenze di rete (chi ne avesse già, comunque, sarà facilitato). In conseguenza a questa impostazione, la trattazione effettuerà semplificazioni talvolta drastiche, al fine di arrivare più rapidamente ai concetti pratici che servono.

L'obiettivo di questa serie di pagine è che, dedicando un po' di tempo per studiarle, chiunque abbia conoscenze anche molto generiche di computer sappia individuare la provenienza delle e-mail che riceve.

Come avviene la trasmissione di un messaggio di e-mail

Quando si spedisce una e-mail da un computer ad un altro attraverso la rete, ciò che succede non è la semplice copia di un file di testo da un disco fisso ad un altro. La principale differenza è che, oltre ai due computer mittente e destinatario, ne sono coinvolti anche altri. Un primo computer che non si vede è quello ove risiede la casella del destinatario. Questo computer, che deve essere per quanto possibile sempre attivo e accessibile in rete, ha il compito di ricevere tutte le e-mail dirette agli utenti che hanno la casella su di esso e conservarle finché ciascun destinatario, con suo comodo, non avrà provveduto a scaricarle. Spesso ci si riferisce a tale computer come POP server.

Il mittente, così come il destinatario, sul proprio computer dispone solamente di un client di posta elettronica, ossia un programma in grado di gestire un archivio di e-mail (in arrivo e in partenza), di scaricare la posta in arrivo da un POP server e spedire posta tramite protocollo SMTP (di cui parleremo dopo). Esempi di mail client possono essere Microsoft Exchange o Outlook, Pegasus, o Eudora, per citare solo alcuni tra i più conosciuti.
In teoria, il mail client del mittente potrebbe, tramite la rete, aprire una sessione direttemente con il POP server su cui risiede la casella del destinatario, ma ciò in genere non avviene per ragioni pratiche: è opportuno che il client sia configurato per parlare sempre con uno stesso server, demandando a questo il compito di contattare, attraverso la rete, il server del destinatario. È pure opportuno che il client parli con un server che sia a lui quanto più vicino possibile, in modo che l'invio di una e-mail possa avvenire con buone performance: parlando direttamente con il server di un destinatario all'altro capo del mondo, sarebbe verisimile subire spesso rallentamenti. Disponendo di un server apposito per la spedizione, il mittente può quindi fare uscire in pochi istanti la e-mail dal proprio computer, disinteressandosi (fino ad un certo punto, ovviamente) di quanto tempo sarà necessario al server per farla giungere a destinazione. Inoltre, se una stessa e-mail deve essere inviata in copia a tanti destinatari che hanno le caselle su vari POP server sparsi per la terra, il mittente passerà al proprio server di spedizione una unica copia del mail: sarà il server a "fare le copie" e contattare tutti i computer destinatari. Pertanto, è consuetudine di tutti i provider mettere a disposizione dei propri clienti anche un server della posta in partenza, di solito chiamato SMTP server.

Capita, in qualche caso, che POP server e SMTP server siano la stessa macchina: ciò è possibile in quanto i due servizi vengono svolti attraverso porte distinte. I grossi provider, con decine o centinaia di migliaia di utenti, avranno con ogni probabilità molti POP server e, a seconda del traffico, anche più SMTP server. Risulta così che, in base a criteri di efficienza, ogni e-mail sarà, in generale, smistata attraverso più server sia alla partenza che all'arrivo. Nessuna meraviglia quindi che il protocollo SMTP, usato per il transito dei messaggi di e-mail, sia pensato in modo da rendere agevole questo inoltro per passi successivi.

Questa modalità di trattamento delle e-mail viene sfruttata in particolare dai numerosi servizi di e-mail forwarding, i quali consentono di predisporre l'inoltro automatico dei messaggi verso una mailbox di destinazione finale indicata dall'utilizzatore e modificabile a necessità.

Sapendo questo, passiamo a vedere come è fatto un normale messaggio di e-mail e quali vicissitudini subisce, dal momento in cui il mail client del mittente lo immette in rete, al momento in cui viene consegnato al mail client del destinatario.

Gli header di un messaggio di e-mail

Il mail client del mittente preparerà il messaggio in una forma di questo genere:

From: mario.rossi@prima-rete-esempio.com (Mario Rossi) To: fverdi@seconda-rete-esempio.com Date: Wed, 15 Apr 1998 14:24:06 +0200 X-Mailer: Gorilla 3.2 (Win95; I) Subject: Richiesta informazioni sulle vs. iniziative Le sarei grato se mi facesse pervenire il programma delle gite per l'estate 98, possibilmente completo dei relativi costi. Ringraziando porgo distinti saluti Mario Rossi

In questo esempio è importante osservare che, prima del testo del messaggio vero e proprio, si hanno alcune righe scritte nella forma:

nome-header : valore-testuale

Ciascuna di queste righe è un header, e gli standard di rete prescrivono, tra le altre cose, i nomi degli header e la forma in cui deve essere espresso il corrispondente valore testuale.

Molti di questi header hanno una funzione evidente: From: e To: , per esempio, sono analoghi all'indirizzo del destinatario e del mittente che, quando si invia una lettera per posta ordinaria, usa scrivere in alto, prima del testo vero e proprio, nel foglio che si include nella busta. Si notano poi la data e ora di spedizione, espresse in vari formati non del tutto comodi da leggere (è compito del mail client effettuare tutte le conversioni).
Quanto al campo X-Mailer: , l'esempio dice che, per preparare il messaggio, è stato usato un programma che si chiama "Gorilla" versione 3.2, con alcune altre informazioni secondarie. Per i campi con nomi del tipo X- qualunquecosa : non esistono standard: ogni mail client è libero di inventarsi tutti gli header X- che crede, e con essi comunicare qualunque tipo di informazione: il protocollo ha il compito di farli giungere a destinazione, ignorandoli per ogni altro effetto.
La fine degli header è segnalata mediante una riga vuota (che in questo caso è posta dopo il campo Subject: ). Il significato di tale riga vuota è quindi che gli header sono finiti e che tutto ciò che segue è il vero e proprio testo del messaggio.

Esistono molti altri campi standard che i mail client potrebbero inserire (e spesso lo fanno). Tra questi si può ricordare il Reply-to: , nel quale è possibile indicare un indirizzo di e-mail a cui inviare eventuali risposte, qualora questo debba essere preferibilmente diverso da quello indicato nel campo From: .

Dunque, il mail client prepara tutte le righe di testo, header e messaggio, come abbiamo visto sopra, e li passa al server SMTP prescelto. Prima però di vedere che tipo di viaggio fa il nostro testo, fermiamoci a riflettere su una cosa molto importante: chi mette gli header in testa al messaggio da trasmettere è, come abbiamo detto, il mail client, ossia un programma in esecuzione sul computer del mittente. Tale programma è quindi sotto il completo controllo del mittente: questo sceglie quale programma adottare e come configurarlo. Anzi, potrebbe farsi realizzare da qualcuno un programma su misura per le sue esigenze (quando non farselo addirittura lui stesso). Questo in concreto cosa significa: che i valori forniti in tutti quegli header non significano nulla. Normalmente nel campo From: il mittente mette il proprio vero indirizzo, perché normalmente non si manda spam, ma si comunica con qualcuno che si desidera possa rispondere. Lo spammer, nella maggior parte dei casi, non desidera affatto che le sue vittime gli possano rispondere, quindi di solito se ne guarderà bene dal fornire un campo From: autentico. Anche il campo To: non ha valore, poiché non è in base al suo contenuto che si determina la destinazione del messaggio.

Ho visto molte volte sui newsgroup persone che dicevano: "Ho ricevuto spam che non era neppure destinato a me!" .

La risposta è semplice: se l'hai ricevuto vuol dire che era proprio destinato a te (o, quanto meno, anche a te). Non bisogna lasciarsi fuorviare dal contenuto del campo To: . Nel campo To: può benissimo essere stato impostato un indirizzo del tipo caroamico@dafarfesso.net e, come vedremo tra poco, nonostante ciò il messaggio arriverà regolarmente a tutti i destinatari prescelti.
Vediamo, proprio a questo proposito, un esempio reale: qualche header di un messaggio di spam ricevuto da me.

Date: Mon, 09 Feb 1998 23:27:13 -0500 (EST)
From: Internet.Services@mio-isp.it
Subject: Important Message
To: Tim@rhodes.edu
Reply-To: Friend@public.net
Message-Id: <<209.133.27.38> MAIL@earlthling.com>
X-Pmflags: 6336476446536565465365
Comments: Authenticated sender is <Mail.INS.com>
X-UIDL: <209.133.27.38>
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...continua su fighters4web.com



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